Come correggere il VAR

Il Video Assistant Referee, meglio conosciuto con l'acronimo VAR, è senz'altro una delle innovazioni più controverse del calcio, introdotta da quest'anno in Serie A. Può certamente aiutare gli arbitri nel decidere su situazioni ambigue che in questo sport, contrariamente ad altri, sono piuttosto frequenti.
Tuttavia, per come sta venendo usato, e per come il regolamento permette di usare, sembra finora aver provocato più problemi di quanti ne abbia risolti. Le difficoltà non risiedono nello strumento in sé, ma nell'assenza di regole certe circa il suo impiego.
La partita Juventus-Atalanta, dove ci sono stati almeno tre gravi errori di arbitraggio, ha sicuramente evidenziato tutti i difetti nell'uso del VAR. Il primo problema è l'eccessiva discrezionalità dell'arbitro, che può decidere di avvalersene o meno senza nessun criterio prestabilito. In questo modo si possono creare, senza rendersene conto, disparità tra una squadra e l'altra. L'altro problema è capire finché è lecito andare ritroso su un'azione da gol per controllare se ci sono irregolarità. Sul terzo gol della Juve a Bergamo, poi annullato, sono passati diversi secondi dal fallo presunto di Lichtsteiner su Gomez al gol di Mandzukic non convalidato. Ma è evidente che se questo criterio fosse stato applicato a ogni partita e a ogni rete molti gol sarebbero dovuti essere annullati.
Poi c'è la questione del tempo che viene impiegato per controllare il video: l'arbitro devo consultarsi prima con l'assistente a bordo campo, poi deve andare fino al video, rivedere l'azione sullo schermo e poi tornare in campo per comunicare la decisione. Per svolgere tutte queste azioni impiega diversi minuti. Il ritmo di gioco viene quindi interrotto e questo potrebbe anche influire sulla dinamica della partita.
A mio avviso sono perciò necessari tre correttivi che elencherò di seguito:

- Eliminare la discrezionalità dell'arbitro e trasferirla alle squadre. Ovvero, riprendere la regola della pallavolo che permette a ogni squadra di richiedere massimo tre volte di rivedere l'episodio in dubbio.
Ad esempio si potrebbe stabilire che gli allenatori delle squadre possono richiedere all'addetto di controllare una situazione per non più di tre volte durante la partita e che l'arbitro sia obbligato a eseguire la richiesta.
- La responsabilità di ricontrollare l'azione non deve essere affidata all'arbitro in campo, ma all'assistente addetto al VAR, il quale poi comunica il verdetto all'arbitro di gara. La decisione dell'assistente non è sindacabile né dall'arbitro né dalle squadre.
- Permettere di usarlo in qualsiasi situazione. Saranno le squadre a decidere quando conviene loro servirsene, con l'unica limitazione che l'episodio in esame possa riguardare soltanto gli ultimi tre passaggi prima della chiamata.

In questo modo si eviterebbero disparità, perché sarebbero le squadre a decidere quando servirsene, nel limite dei tre passaggi, e ognuna cercherebbe di usarlo al meglio, in quanto nel proprio stesso interesse. Usarlo per falli poco importanti vorrebbe dire sprecare le tre possibilità di utilizzo di questo strumento. Inoltre si ridurrebbero i tempi necessari a decidere, perché sarebbe l'assistente a bordo campo a comunicare all'arbitro la sua decisione, senza che questi debba lasciare il terreno di gioco: basterebbero pochi secondi. Infine si eliminerebbero molte proteste, in quanto sarebbe l'allenatore a richiedere il riesame all'assistente senza coinvolgere l'arbitro e i giocatori.

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