Il punto sul campionato dopo dodici giornate

Prima della pausa per la partita della nazionale è il momento per fare un quadro generale sul campionato. 
La Serie A quest'anno ha visto una partenza fulminea del Napoli, che ha inanellato una serie di 11 vittorie, guadagnandosi il primo posto della classifica. I campani si sono rivelati la squadra più in forma di questa prima parte di stagione, giocando costantemente a ritmi elevatissimi, mostrando una completa padronanza degli schemi di gioco e meccanismi perfettamente collaudati. A favorire i partenopei è stato senza dubbio il mercato conservativo, che ha mirato a trattenere i giocatori migliori, senza puntare a grandi acquisti. Sarri ha potuto così contare su un organico amalgamato e ottimamente rispondente ai suoi dettami, che unito al gioco chiaramente offensivo e incentrato sul possesso palla tipico del tecnico, ha fatto - fino ad ora - le fortune del Napoli. Gli uomini più in forma sono senz'altro Mertens, scoperto bomber di grande efficacia e qualità, Insigne e Ghoulam, che si sta rivelando uno dei migliori terzini in circolazione, mentre Hamsik fatica ancora a raggiungere la condizione ideale. Tuttavia gli azzurri mostrano di avere alcune lacune nella rosa, troppo ristretta considerando che deve affrontare tre competizioni. Le prime avvisaglie si sono avute proprio nell'ultima partita contro il Chievo, finita a reti inviolate, e nella quale i campani sono apparsi stanchi, dopo l'impegno di Champions contro il Manchester City, sia sul piano fisico che mentale. A complicare le cose si è aggiunto l'infortunio di Milik, che ha privato il club dell'unico vero centravanti che possiede, e dello stesso Ghoulam. La domanda cruciale è: sarà in grado il Napoli di reggere questo ritmo per tutta la stagione? oppure, scarseggiando i ricambi, crollerà quando la freschezza dei titolari comincerà a venire meno?
La Juventus, che viene da sei scudetti consecutivi, si trova per la prima volta a essere insidiata da avversari che dimostrano di essere all'altezza della lotta per il titolo. I bianconeri sono apparsi poco brillanti, come è consuetudine per le squadre di Allegri a inizio stagione, però sono riusciti ugualmente a ottenere risultati utili che hanno permesso loro di raggiungere il secondo posto a un solo punto dal primo. Le armi migliori della Juve sono sicuramente le individualità, le più forti della Serie A, e una rosa ampia che permette una massiccia turnazione degli undici in campo ogni partita. Questo consente ai campioni d'Italia in carica di risparmiare energie preziose per la stagione inoltrata. Nonostante le difficoltà iniziali hanno saputo esprimere a tratti giocate di alto livello, lo dimostrano in particolare la partita contro il Torino e quella contro il Milan. Alcune individualità, soprattutto nel reparto offensivo, hanno già mostrato il loro grande valore, seppure in modo discontinuo: parliamo di Dybala, autore di due triplette consecutive nel corso delle prime giornate, nelle quali ha mostrato la sua grande classe affermandosi come uno dei massimi interpreti del calcio mondiale; l'ex del Palermo, tuttavia, ha subito un calo prevedibile nelle prestazioni nell'ultimo periodo, ma resta sempre una pedina irrinunciabile per Allegri. Non si può non menzionare inoltre Mandzukic, che con la consueta grinta e prorompenza fisica ha finito per diventare una sicurezza per il tecnico bianconero che di rado sceglie di non schierarlo tra i titolari. Infine, pur partito in ritardo di condizione, Higuain si sta confermando anche quest'anno una attaccante formidabile, non solo per i suoi gol, ma anche per la sua inedita tendenza a giocare a tutto campo, lavorando per la squadra più che per se stesso.
Il problema della Juve sono però i troppi gol subiti dovuti a cali ripetuti nella concentrazione come lo stesso Allegri ha più volte denunciato e che, se non risolti, rischiano di compromettere il raggiungimento del settimo titolo.
L'Inter, dopo un anno deludente che lo ha escluso dalle coppe europee, ha potuto trovare finalmente, almeno in queste prime partite, un equilibrio di gioco, grazie alla sapienza di un tecnico esperto come Spalletti, che ha fatto dei nerazzurri una squadra molto compatta e concreta, che si è piazzata così al terzo posto a distanza ravvicinata dalle prime due. Questa squadra sembra rinata grazie al tecnico toscano e diversi suoi uomini che l'anno scorso avevano deluso stanno mostrando una buona condizione. A parte le riconferme dell'ottimo Perisic, non a caso ambito dai maggiori club d'Europa, di Icardi, uomo d'area, c'è da segnalare l'ottimo lavoro dei centrali difensivi, come Skriniar e Miranda, la riscoperta di Brozovic e nuovi arrivi in mezzo al campo come Borja Valero e Vecino.
A favore dell'Inter gioca l'assenza di competizioni europee che permetterà loro di risparmiare parecchie energie. Bisognerà però vedere se questa squadra resisterà nel lungo periodo, oppure si sgretolerà in inverno come già accaduto in passato.
La Lazio è forse la vera sorpresa di questo campionato. Guidati dall'ottimo Simone Inzaghi, i biancocelesti, dopo aver strappato alla Juve la Supercoppa stanno dimostrando di poter tenere testa alle squadre più agguerrite. Non deve ingannare la sconfitta per 4-1 contro il Napoli: dopo un ottimo primo tempo da cui i laziali erano usciti meritatamente in vantaggio, riuscendo a mettere alle corde gli avversari, hanno dovuto arrendersi nella ripresa soltanto a causa dei numerosi infortuni che hanno decimato il reparto difensivo. La Lazio è una squadra dura da battere per chiunque - e lo sa bene la Juventus - e che ha il potenziale per restare fino alla fine tra le prime tre. 
Se si analizza il rendimento individuale, l'avvio sorprendente dei biancelesti si deve all'ossatura tradizionale di questo club, formata da giocatori come Lulic, Parolo, Radu o Basta, ad alcune riconferme dell'anno scorso, come Immobile, bomber in forma straordinaria, e De Vrij, e alcune novità, quali i centrocampisti Luis Alberto e Milinkovic-Savic dotati di buone doti tecniche. 
Tutto starà a vedere se la squadra di Inzaghi saprà reggere per tutta la stagione all'impatto con club dotati di organici qualitativamente superiori.
Un'altra sorpresa, anche se non del tutto dato che è vice-campione d'Italia, è la Roma; la cessione in estate di elementi importanti quali Rudiger e Salah facevano pensare a una stagione di transizione durante la quale la Roma non poteva ambire allo scudetto. Invece i giallorossi si trovano momentaneamente al quinto posto, con una partita da recuperare che potrebbe portarli ad agganciare l'Inter e a inseguire le prime due posizioni. Il dato statistico che spicca è sicuramente quello delle reti subite: appena 7, rendendo il reparto difensivo romanista il migliore, sin qui, del campionato. Il principale acquisto per Monchi e Pallotta è stato sicuramente l'allenatore: Dopo un ottimo lavoro al Sassuolo Di Francesco sta ottenendo risultati eccellenti anche a Roma. Lo dimostra non solo il campionato, ma anche la Champions League, per certi versi sorprendente giocata fino a questo punto dalla sua squadra, che ha portato il club della Capitale al primo posto nel girone da imbattuto, riuscendo a battere persino il Chelsea per 3-0. La Roma può contare sull'esperienza di uomini come De Rossi e Kolarov, sulla tecnica di Perotti, la completezza di Strootman e Nainggolan e le riscoperte di due giocatori come Florenzi ed El Sharaawy che sembravano perduti, e che invece stanno vivendo una vera e propria rinascita, oltre che naturalmente i gol di Dzeko, goleador inarrestabile all'apice della sua carriera. L'interrogativo è lo stesso che vale per Napoli e Lazio: saprà la Roma reggere per tutta la durata della stagione, anche giocando una competizione come la Champions che sottrae molte energie?
Totalmente negativo è, invece, il primo bilancio per il Milan: con un mercato di 200 milioni le ambizioni dei rossoneri erano sicuramente superiori al settimo posto che occupano attualmente. Ma l'arrivo di giocatori come Kessié, Calhanoglu, Kalinic, André Silva e infine Bonucci (cui è stata assegnata persino la fascia di capitano) non ha sortito per il momento gli effetti sperati. A parte Suso, sembra difficile trovare un elemento della rosa che abbia impressionato favorevolmente. I problemi per Montella forse nascono proprio dal mercato eccessivamente ambizioso: aver cambiato troppi giocatori ha fatto perdere a questa squadra un'identità; trovarne una nuova ora richiede tempo, forse addirittura una stagione intera. Piuttosto che riflettere se rimpiazzare l'allenatore la dirigenza milanista dovrebbe imparare un'arte smarrita nel calcio moderno: saper aspettare.

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